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Da LAWiki.
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CAPITOLO 1: IL MITO

1. I TITANI E LA FORGIATURA DELL'UNIVERSO

Nessuno sa esattamente come si sia formato l'Universo. Alcuni teorizzano che una catastrofica esplosione cosmica abbia generato infiniti mondi mandandoli a ruotare nella vastità della Grande Oscurità, mondi che un giorno avrebbero ospitato forme di vita di meravigliosa e terribile diversità. Altri credono che l'Universo sia stato creato nella sua totalità da una singola entità onnipotente. Nonostante rimangano incerte le esatte origini di questo caotico Universo, è certo che ad un certo punto una razza di potenti entità comparve per portare stabilità ai vari mondi e assicurare un futuro a tutti gli esseri che avessero incrociato sulla loro strada. I TITANI, colossali divinità dalla pelle metallica provenienti dai meandri più lontani del Cosmo, esplorarono l'Universo neonato e si misero al lavoro sui mondi che incontratono. Modellarono questi mondi innalzando montagne e scavando vasti oceani; soffiarono nei cieli e diedero così origine all'atmosfera. Tutto faceva parte del loro incommensurabile piano per creare l'ordine dal caos. Essi si preoccuparono anche di migliorare le razze primitive perchè si occupassero di mantenere l'integrità dei propri mondi. Guidati da una setta di elite conosciuta con il nome di PANTHEON, durante la prima era della creazione i Titani portarono l'ordine su centinaia di migliaia di mondi sparsi nella Grande Oscurità. Il benevolo Pantheon, che cercava di salvaguardare questi mondi, fu sempre vigile contro la minaccia di attacchi da parte delle ignobili entità extra-dimensionali del LIMBO INFERNALE. Il Limbo, un'eterea dimensione di magie del caos che metteva in connessione gli innumerevoli mondi nell'Universo, era abitato da un numero infinito di esseri malefici e demoniaci che avevano l'unico scopo di distruggere la vita e divorare le energie dell'Universo vivente. Incapaci di concepire il male o la malvagità in qualsiasi forma, i Titani cercarono in ogni modo di trovare un modo di mettere fine alla costante minaccia dei demoni.

2. SARGERAS E IL TRADIMENTO

Con il passare del tempo, le entità demoniache si fecero strada tra i mondi dei Titani dall'Aldilà Oscuro, per cui il Pantheon nominò il suo più grande guerriero, SARGERAS, a formare la principale linea di difesa. Nobile gigante di pietra bronzea, Sargeras svolse il suo compito per innumerevoli millenni, cercando e distruggendo i demoni ovunque riuscisse a trovarli. Con il passare degli eoni, Sargeras incontrò due potenti razze demoniache, entrambe decise ad ottenere il potere e il dominio sull'Universo fisico. Gli EREDAR, un'insidiosa razza di maghi diabolici che usava la magia warlock per invadere e rendere schiavi gli altri mondi. Le razze indigene di questi mondi venivano trasformate dai poteri malefici degli eredar, diventando demoni loro stesse. Nonostante i poteri di Sargeras fossero quasi illimitati e più che sufficienti a sconfiggere gli ignobili eredar, egli fu fortemente sconvolto dalla corruzione di queste creature e dalla loro malvagità in grado di consumare tutto. Incapace di comprendere tanta depravazione, il grande Titano cominciò a scivolare in una depressione pensierosa. Nonostante la sua crescente inquietudine, Sargeras si sbarazzò dei warlocks imprigionandoli in un angolo dell'Aldilà Oscuro. Mentre la sua confusione ed il suo tormento si intensificavano, Sargeras fu costretto ad affrontare un altro gruppo intenzionato a distruggere l'ordine dei Titani: i NATHREZIM. Questa oscura razza di demoni vampiri (conosciuti anche come SIGNORI DELLE TENEBRE) conquistò diversi mondi popolati impossessandosi dei suoi abitanti e trasformandoli in ombre. I perfidi e macchinosi dreadlords rivoltarono intere nazioni contro altre trasformandole in esseri incapaci di pensare, pieni di odio e sfiducia. Sargeras sconfisse facilmente i Nathrezim, ma la loro corruzione lo colpì ancora più profondamente. Mentre il dubbio e la disperazione travolgevano i sensi di Sargeras, egli perse tutta la fede non solo nella sua missione, ma anche nella visione dei Titani di un Universo ordinato. Alla fine cominciò a credere che il concetto di ordine stesso fosse follia, e che il caos e la depravazione fossero le uniche certezze nell'oscuro, isolato Universo. I Titani cercarono di persuaderlo dell'errore e di calmare le sue violente emozioni, ma egli rifiutò le loro ottimistiche visioni a favore delle delusioni di cui si era convinto. Abbandonando per sempre i Titani, Sargeras incominciò a cercare il proprio posto nell'Universo. Anche se il Pantheon fu addolorato dalla sua partenza, i Titani non avrebbero mai immaginato quanto lontano sarebbe andato il loro fratello perduto. Man mano che la follia consumava gli ultimi resti del suo valoroso spirito, Sargeras cominciò a credere che fossero gli stessi Titani i responsabili del fallimento della creazione. Alla fine si convinse a dover disfare il loro operato in tutto l'Universo, formando un esercito inarrestabile che avrebbe distrutto l'intero universo fisico. Anche l'aspetto titanico di Sargeras fu distorto dalla corruzione che aveva plagiato quello che una volta era il suo nobile cuore. I suoi occhi, i suoi capelli e la sua barba si trasformarono in fuoco, mentre la sua pelle di metallo bronzeo si aprì per rivelare un'infinita fornace eruttante odio. Nella sua furia, Sargeras distrusse le prigioni degli eredar e dei Nathrezim e liberò i disgustosi demoni. Queste potenti creature si inchinarono all'immensa furia del Titano Oscuro e offrirono di servirlo in qualunque maligno modo avesse voluto. Dai ranghi dei potenti eredar, Sargeras scelse due campioni per comandare il suo esercito di distruzione. KIL'JAEDEN IL CORRUTTORE fu scelto per cercare le più oscure razze dell'Universo e reclutarle nei ranghi di Sargeras. Il secondo campione, ARCHIMONDE IL DISTRUTTORE, fu scelto per condurre in battaglia le immense armate di Sargeras, contro chiunque osasse resistere ai voleri del Titano. La prima mossa di KIL'JAEDEN fu di fare schiavi del suo potere i vampirici Signori delle Tenebre. Essi lo servirono come un esercito personale attraverso l'Universo, provando piacere nel trovare razze primitive da corrompere per il loro padrone. Il primo tra i Signori delle Tenebre fu TICHONDRIUS L'INGANNATORE. Egli servì Kil'jaeden come un perfetto soldato, d'accordo nel portare l'infuocato volere di Sargeras in tutti i più oscuri angoli dell'Universo. Anche il potente ARCHIMONDE conferì dei poteri ad agenti che fossero al suo servizio. Richiamando i malefici Signori delle Cripte ed il loro selvaggio capo, MANNOROTH IL DISTRUTTORE, Archimonde sperava di fondare un'elite di combattenti che spazzasse via ogni forma di vita. Non appena Sargeras vide che il suo esercito era ormai completo e pronto a seguire qualsiasi suo ordine, lanciò le sue violente truppe nella vastità della Grande Oscurità. Chiamò le sue armate la "LEGIONE INFUOCATA". A tutt'oggi ancora non si sa quanti siano i mondi nell'Universo consumati e distrutti dalla diabolica Legione Infuocata.

3. GLI ANTICHI E LA FORMAZIONE DI AZEROTH

Ignari della missione di Sargeras di disfare il loro infinito lavoro, i Titani si spostavano di mondo in mondo, formando e mettendo ordine in ogni pianeta che vedevano adatto. Durante il loro viaggio capitarono su di un piccolo mondo, che i suoi abitanti avrebbero chiamato in futuro AZEROTH. Quando i Titani cominciarono ad attraversare i primordiali paesaggi, incontrarono molti esseri elementali ostili. Questi elementali, che veneravano una razza di incomprensibili esseri demoniaci conosciuti solo con il nome di ANTICHI, giurarono di respingere i Titani e mantenere il loro mondo inviolato dal tocco degli invasori metallici. Il Pantheon, disturbato dalla preferenza degli Antichi per il demoniaco, mossero guerra contro gli elementali e i loro oscuri signori. Gli eserciti degli Antichi erano guidati dai più potenti luogotenenti elementali: RAGNAROS IL SIGNORE DEL FUOCO, THERAZANE LA MADRE TERRA, AL'AKIR IL SIGNORE DEL VENTO e NEPTULON IL CACCIATORE DELL'ONDA. Le loro caotiche forze infuriarono sulla faccia del pianeta scontrandosi con i colossali Titani. Nonostante gli elementali fossero potenti al di là della mortale comprensione, le loro forze combinate non riuscirono a fermare i potenti Titani. Uno ad uno i signori degli elementali caddero, e le loro armate si dispersero. Il Pantheon mandò in frantumi le cittadelle degli Antichi e incatenò le cinque divinità demoniache lontano, al di sotto della superficie della terra. Senza il potere degli Antichi a tenere legati i loro spiriti furiosi, gli aelementali furono banditi su un piano abissale, dove lottano l'uno con l'altro per tutta l'eternità. Con la scomparsa degli elementali, la natura si calmò e il mondo si stabilizzò in una placida armonia. I Titani videro che la minaccia era ormai contenuta e si misero al lavoro. I Titani diedero potere a molte razze, in modo che aiutassero la formazione del mondo. Per aiutarli a scavare profonde caverne che si estendessero al di sotto della terra, i Titani crearono i nani earthen dalla magica e viva pietra. Per aiutarli a svuotare gli oceani e sollevare la terra dal fondo del mare, i Titani crearono gli immensi ma pacifici giganti del mare. Per molte ere i Titani mossero e modellarono la terra, fino a quando rimase un unico, perfetto continente. Al centro di questo continente, i Titani posero un lago di scintillanti energie. Il lago, che essi chiamarono il POZZO DELL'ETERNITÀ, sarebbe stata la fonte di ogni forma di vita nel mondo. Le sue potenti energie avrebbero alimentato le fondamenta del mondo e dato potere alla vita, per mettere radici nel nutriente terreno. Con il tempo le piante, gli alberi e le creature di ogni tipo cominciarono a prosperare su questo continente primordiale. Quando calò il crepuscolo sull'ultimo giorno del loro lavoro, i Titani chiamarono il continente KALIMDOR, terra dell'eterna luce di stelle.

4. L'INCARICO ALLA RAZZA DEI DRAGHI

Soddisfatti che nel piccolo mondo fosse stato portato l'ordine e di aver fatto il loro lavoro, i Titani si prepararono a lasciare Azeroth. Tuttavia, prima della loro partenza, essi diedero il compito alle più grandi specie del mondo di sorvegliare Kalimdor, per paura che qualche forza potesse minacciare la sua perfetta tranquillità. In quell'era c'erano molti DRAGHI. C'erano cinque razze di draghi che avevano il dominio sui loro fratelli. Furono queste cinque razze che vennero scelte dai Titani per custodire il mondo che si stava formando. I più grandi fra i Titani del Pantheon donarono parte del loro potere ad ognuno dei leader di queste razze. Questi maestosi draghi divennero noti come i GRANDI ASPETTI o gli ASPETTI DEL DRAGO. Aman'Thul, il Grande Padre del Pantheon, concesse una parte del suo potere cosmico all'enorme drago bronzeo, NOZDORMU, perchè difendesse il tempo e vigilasse sul fato e sul destino. Lo stoico e stimato Nozdormu venne conosciuto come L'ETERNO. Eonar, il Titano protettore di tutta la vita, diede una parte del suo potere al leviatano rosso, ALEXSTRASZA. Nel tempo che seguì, Alextrasza fu conosciuta come l'ORDITRICE DI VITA, e si impegnò a salvaguardare tutte le creature viventi nel mondo. Grazie alla sua enorme saggezza e alla sua illimitata compassione per tutte le creature viventi, Alextrasza fu incoronata regina dei draghi e le fu dato il dominio sulla sua razza. Eonar consacrò anche la sorella più giovane di Alextrasza, l'agile drago verde YSERA, con l'influenza su una parte della natura. Ysera cadde in un sonno eterno mescolato alla veglia del Sogno della Creazione. Conosciuta come la SOGNATRICE, avrebbe dovuto vegliare la crescita delle regioni selvagge sul suo verde reame, il Sogno di Smeraldo. Norgannon, il Titano custode delle tradizioni e maestro dei maghi, concesse al drago blu, MALYGOS, una parte del suo immenso potere. Da quel momento Malygos fu conosciuto come il TESSITORE DI INCANTESIMI, guardiano della magia e degli arcani misteriosi. Khaz'goroth, il Titano che ha forgiato e dato forma al mondo, donò parte del suo immenso potere al potente drago nero, NELTHARION. A Neltharion, conosciuto successivamente come IL GUARDIANO DELLA TERRA, fu dato il dominio sulla terra e sulle profondità del mondo. Egli rappresentava la forza del mondo e servì Alextrasza come il suo più grande aiutante. Così potenziati, ai Cinque Aspetti fu dato l'incarico di difendere il mondo quando i Titani se ne fossero andati. Con i draghi pronti a salvaguardare la loro creazione, i Titani lasciarono Azeroth per sempre. Sfortunamente, fu solo una questione di tempo prima che Sargeras venisse a conoscenza di questo mondo neonato...

5. IL RISVEGLIO DEL MONDO E IL POZZO DELL'ETERNITA

Diecimila anni prima che orchi e umani si scontrassero nella Prima Guerra, il mondo di Azeroth era formato da un unico, enorme continente, circondato dall'oceano. Questa terra emersa, conosciuta con il nome di KALIMDOR era la casa di molte razze e di molte creature, tutte in lotta per la sopravvivenza tra gli elementi selvaggi del mondo nascente. Al centro di questo continente c'era un misterioso lago di energie incandescenti. Il lago, che sarebbe poi stato chiamato IL POZZO DELL'ETERNITÀ era il vero cuore pulsante del potere naturale e agico di questo mondo. Estraendo la sua energia dall'infinita Grande Oscurità al di là del mondo, il Pozzo rappresentava una sorgente mistica, inviando le sue potenti energie attraverso il mondo per nutrire la vita in tutte le sue meravigliose forme. Nel tempo, una tribù primitiva di umanoidi notturni si avvicinò con cautela ai margini di questo ipnotizzante lago incantato. Questi umanoidi nomadi e selvaggi, attirati dalle strane energie del Pozzo, costruirono primitive case sulle sue tranquille rive. Con il passare del tempo, il potere cosmico del Pozzo investì la tribù, rendendola forte, saggia e virtualmente immortale. Essi decisero di chiamarsi KALDOREI, che nella loro lingua significava "figli delle stelle". Per celebrare la nascita di una nuova società, costruirono grandi edifici e templi nei pressi del lago. I Kaldorei, o ELFI DELLA NOTTE, come sarebbero stati conosciuti dopo, veneravano la dea della luna, ELUNE, credendo che ella dormisse nelle profondità luccicanti del lago durante le ore del giorno. I preti e i veggenti degli elfi della notte cominciarono a studiare il Pozzo con insaziabile curiosità, decisi a svelare il suo potere e i suoi immani segreti. Man mano che la società cresceva, gli elfi della notte esplorarono Kalimdor in lungo e in largo, incontrandone gli altri abitanti. Le sole creature che li fecero esitare furono gli antichi e potenti draghi. Queste grandi bestie dall'aspetto di serpente erano spesso solitarie, ma erano molto attive nel salvaguardare le terre da possibili minacce. Gli elfi della notte scoprirono che i draghi si erano eletti a protettori del mondo, ed era meglio che loro con i loro segreti fossero tenuti lontani. Con il passare del tempo, la curiosità degli elfi della notte li portò ad incontrare e ad essere amichevoli con molte entità, non ultima delle quali CENARIUS, un potente semidio delle foreste primordiali. Il benevolo Cenarius si affezionò agli elfi della notte e passò molto del suo tempo insegnando loro tutto quello che sapeva del mondo naturale. I tranquilli Kaldorei svilupparono una forte empatia con le foreste viventi di Kalimdor e cominciarono ad amare l'armonioso equilibrio della natura. Man mano che trascorrevano le ere apparentemente senza fine, la civiltà degli elfi della notte si espanse sia territorialmente che culturalmente. I loro templi, le loro strade e le loro abitazioni furono costruite in tutto continente. AZSHARA, la bella e dotata regina degli elfi della notte, costruì un immenso, meraviglioso palazzo sulle rive del Pozzo che ospitava i suoi servitori preferiti all'interno delle sue splendenti sale. I suoi servitori, che lei chiamava QUEL'DOREI o "Alti Elfi", eseguivano ogni suo ordine e si credevano migliori dei propri fratelli. Nonostante la regina Azshara fosse amata allo stesso modo da tutti, gli Alti Elfi erano segretamente invidiati ed odiati dagli elfi della notte. Condividendo la curiosità dei preti verso il Pozzo dell'Eternità, Azshara ordinò agli Alti Elfi di sondare i suoi segreti e rivelare il suo vero scopo nel mondo. Gli Alti Elfi si seppellirono nel lavoro e studiarono senza sosta il Pozzo. Con il passare del tempo essi svilupparono la capacità di manipolare e controllare le energie cosmiche del Pozzo. Man mano che i loro esperimenti avanzavano, gli Alti Elfi scoprirono di poter usare i loro nuovi poteri sia per creare che per distruggere, a loro piacimento. Gli stupidi elfi inciamparono sulla magia primitiva e decisero di dedicare se stessi alla sua padronanza. Nonostante fossero d'accordo che la magia fosse pericolosa se maneggiata irresponsabilmente, Azshara e gli Alti Elfi cominciarono a praticare i loro incantesimi in modo spericolato. Cenarius ed altri anziani studiosi elfi li avvertirono che giocare con le arti magiche avrebbe avuto potuto portare solo calamità, ma nonostante tutto Azshara e i suoi seguaci continuarono ostinatamente ad espandere i loro nascenti poteri. Man mano che il loro potere cresceva, in Azshara e negli Alti Elfi avvenne un chiaro cambiamento. L'altezzosa, sostenuta classe divenne sempre più insensibile e crudele verso i fratelli elfi della notte. Un oscuro velo si posò su quella che una volta era la bella Azshara. Ella cominciò a ritirarsi con i suoi amati seguaci e a rifiutare qualsiasi contatto che non fosse con i suoi fidati preti Elfi Alti. Un giovane studente chiamato MALFURION STORMRAGE, che aveva passato molto del suo tempo studiando le primitive arti druidiche, cominciò a sospettare che un terribile potere stesse corrompendo gli Elfi Alti e la sua amata regina. nonostante egli non potesse immaginare quale malvagità stesse mai arrivando, sapeva che la vita degli elfi della notte sarebbe presto cambiata per sempre...

6. LA GUERRA DEGLI ANTICHI

Lo spericolato uso della magia fatto dagli Alti Elfi inviava onde di energia a spirale dal Pozzo dell'Eternità nell'Aldilà Oscuro. Il flusso di onde di energia venne così percepito da terribili menti aliene. SARGERAS - il Grande Nemico di tutta la vita, il Distruttore di Mondi - percepì le potenti onde e venne attratto dal loro remoto punto d'origine. Spiando il primordiale mondo di Azeroth e riuscendo a percepire le illimitate energie del Pozzo dell'Eternità, Sargeras fu consumato da un'insaziabile fame. Il grande dio oscuro del Nulla Senza Nome decise di distruggere il mondo nascente e richiamò a sè tutte le energie. Sargeras raccolse a sè la LEGIONE DI FUOCO e si diresse verso l'ignaro mondo di Azeroth. La Legione era formata da milioni di demoni urlanti, strappati dai più remoti angoli dell'Universo e affamati di conquiste. I luogotententi di Sargeras, ARCHIMONDE IL CORRUTTORE e MANNOROTH IL DISTRUTTORE, prepararono i loro seguaci infernali a colpire. La regina Azshara, travolta dall'immensa estasi della sua magia, cadde vittima dell'innegabile potere di Sargeras e fece un patto per permettergli l'ingresso nel suo mondo. Anche i suoi servitori tra gli Alti Elfi si concessero all'inevitabile corruzione della magia e cominciarono a venerare Sargeras come loro dio. Per dimostrare la loro fedeltà alla Legione, gli Alti Elfi aiutarono la loro regina ad aprire un immenso portale nelle profondità del Pozzo dell'Eternità. Non appena furono terminati tutti i preparativi, Sargeras cominciò la sua catastrofica invasione di Azeroth. I demoni guerrieri della Legione Infuocata irruppero nel mondo attraverso il Pozzo dell'Eternità e presero d'assalto le città assopite degli elfi della notte. Guidati da Archimonde e Mannoroth, la Legione sciamò sulle terre di Kalimdor, lasciandosi alle spalle solo cenere e disperazione. I demoni warlock chiamarono i searing infernals che precipitarono come diabolici meteoriti sulle guglie delicate dei templi di Kalimdor. Un gruppo di killers infuocati e assetati di sangue, conosciuti come i Doomguard, marciarono attraverso i campi di Kalimdor, massacrando chiunque incontrassero sul loro cammino. Ammassi di selvaggi, demoniaci felhounds devastarono la campagna senza trovare opposizione. Nonostante i coraggiosi guerrieri Kaldorei fecero di tutto per difendere la loro patria, furono costretti a cedere terreno, metro dopo metro, di fronte al furioso attacco della Legione. Toccò a MALFURION STORMRAGE trovare aiuto per la sua gente assediata. Stormrage, il cui fratello ILLIDAN praticava la magia degli Alti Elfi, era esasperato dalla crescente corruzione tra le classi più alte. Convincendo Illidan a rinunciare alla sua pericolosa ossessione, Malfurion cominciò a cercare CENARIUS e a formare una forza di resistenza. La giovane e bella sacerdotessa TYRANDE fu d'accordo a seguire i due fratelli nel nome di Elune. Nonostante Malfurion e Illidan condividessero un forte sentimento per la sacerdotessa, il cuore di Tyrande apparteneva solamente a Malfurion. Illidan si risentì del romantico sentimento di suo fratello con Tyrande, ma sapeva anche che il dolore del suo cuore era nulla in confronto al dolore della sua assuefazione alla magia. Illidan, cresciuto con la dipendenza delle potenti energie della magia, si sforzò di mantenere il controllo del desiderio travolgente di attingere ancora una volta alle energie del Pozzo. Tuttavia, con il paziente aiuto di Tyrande, fu in grado di trattenersi e di aiutare il fratello a trovare il semidio eremita, Cenarius. Egli, che dimorava nelle sacre MOONGLADES nel lontano MONTE HYJAL, accettò di aiutare gli elfi della notte a trovare gli antichi draghi per ottenere il loro aiuto. I draghi, guidati dal grande leviatano rosso ALEXSTRASZA, accettarono di inviare i loro membri più forti perchè si occupassero dei demoni e dei loro infernali padroni. Cenarius, richiamando gli spiriti delle foreste incantate, organizzò un esercito di anziani uomini-albero e li condusse contro la Legione in un coraggioso assalto. Man mano che gli alleati degli elfi della notte convergevano al tempio di Azshara ed al Pozzo dell'Eternità, scoppiavano battaglie su ogni fronte. Nonostante la forza dei loro nuovi alleati, Malfurion e i suoi compagni si resero conto che la Legione non poteva essere sconfitta solo con la forza. Man mano che la titanica battaglia infuriava attorno alla capitale di Azshara, la regina attendeva eccitata l'arrivo di Sargeras. Il Signore della Legione si stava preparando ad attraversare il Pozzo dell'Eternità per entrare nel mondo ormai devastato. Quando la sua ombra di inimmaginabili dimensioni si disegnava sempre più vicina alla superficie increspata del Pozzo, Azshara raccolse a sè i più potenti fra gli Alti Elfi suoi seguagi. Solamente unendo i loro poteri magici in un incantesimo focalizzato essi sarebbero stati in grado di creare un passaggio sufficientemente grande per permettere a Sargeras di entrare. Mentre la battaglia infuriava sui terreni brucianti di Kalimdor, si aprì un angosciante serie di eventi. I dettagli di questa storia si sono persi nel tempo, ma si sa che NELTHARION, l'Aspetto del Drago della Terra, divenne pazzo durante un combattimento cruciale con la Legione Infuocata. Egli cominciò ad eruttare fiamme e furia dalla sua pelle scura. Chiamando se stesso DEATHWING, il drago bruciante volse le spalle ai propri fratelli e abbandonò i cinque draghi sul campo di battaglia. L'improvviso tradimento di Deathwing fu talmente distruttivo che i cinque draghi rimasti non si ripresero mai completamente. Feriti e scossi, Alexstrasza e gli altri nobili draghi furono costretti ad abbandonare i loro alleati mortali. Malfurion ed i suoi compagni, ora rimasti irrimediabilmente in minoranza, a stento sopravvissero agli attacchi che fecero seguito. Malfurion, convinto che il Pozzo dell'Eternità fosse il cordone ombelicale dei demoni verso il mondo fisico, si convinse che doveva essere distrutto. I suoi compagni, consci del fatto che il Pozzo era la sorgente del loro potere e della loro immortalità, erano terrorizzati dall'eventualità. Ancora una volta fu Tyrande a riconoscere la saggezza della teoria di Malfurion, tanto che convinse Cenarius e i suoi fratelli ad attaccare il tempio di Azshara e trovare un modo per chiudere il Pozzo per sempre.

7. LA FRATTURA

Conscio che la distruzione del Pozzo gli avrebbe impedito di poter usare mai più la magia, ILLIDAN abbandonò egoisticamente il gruppo e avvertì gli Elfi Alti del piano di Malfurion. A causa della follia procurata dalla sua dipendenza dalla magia e dal pungente risentimento verso la relazione tra suo fratello e Tyrande, Illidan non provava alcun rimorso nel tradire Malfurion e passare dalla parte di Azshara e del suo gruppo. Ma sopra a tutto, Illidan giurò di proteggere il potere del Pozzo con ogni mezzo necessario. Con il cuore spezzato dalla partenza del fratello, MALFURION guidò i suoi compagni nel cuore del tempio di Azshara. Non appena essi irruppero nella stanza principale, trovarono gli Elfi Alti nel bel mezzo del loro incantesimo finale. L'incantesimo creato all'unisono aveva generato un vortice instabile di potere che proveniva dalle turbolente profondità del pozzo. Non appena la minacciosa ombra di SARGERAS si disegnò sulla superficie, Malfurion ed i suoi alleati attaccarono. AZSHARA, avvertita da Illidan, era più che preparata a riceverli. Tutti i seguaci più vicini di Malfurion caddero di fronte ai poteri della regina folle. TYRANDE, cercando di attaccare Azshara da dietro, fu colta impreparata dalle guardie del corpo di Azshara. Anche se riuscì a sconfiggere le guardie, Tyrande subì dolorose ferite. Quando Malfurion vide cadere il suo amore, fu colto da una furia omicida e decise di porre fine alla vita di Azshara. Mentre la battaglia infuriava dentro e fuori il tempio, ILLIDAN apparve dalle ombre vicino alle rive del grande Pozzo. Avendo con sè una serie di ampolle appositamente costruite, si inginocchiò e riempì ognuna di queste con le acque luccicanti del Pozzo. Convinto che i demoni avrebbero schiacciato la civiltà degli elfi della notte, aveva progettato di rubare la acque sacre e tenere la loro energia per sè. La battaglia che seguì tra Malfurion e Azshara mandò nel caos gli incantesimi tanto attentamente costruiti dagli Elfi Alti. Il vortice ormai instabile nelle profondità del Pozzo esplose e diede il via ad una catastrofica catena di eventi che avrebbe diviso il mondo per sempre. L'enorme esplosione fece oscillare il tempio dalle fondamenta e mandò enormi scosse a squarciare la torturata terra. Mentre nella capitale distrutta infuriava l'orribile battaglia fra la Legione e gli alleati degli elfi della notte, un'enorme onda dal Pozzo dell'Eternità ricadde su se stessa ed il Pozzo collassò. La catastrofica esplosione che ne seguì scosse la terra e oscurò i cieli. Lo shock dell'implosione del Pozzo scosse le fondamenta del mondo, gli oceani si precipitarono a riempire le ferite lasciate sulla terra. Quasi l'ottanta per cento delle terre di Kalimdor furono spazzate via, lasciando solo un pugno di continenti separati circondati dal nuovo, furioso oceano. Al centro di esso, dove una volta giaceva il Pozzo dell'Eternità, vi fu una tumultuosa tempesta di furia marina e caotiche energie. Questa terribile cicatrice, conosciuta come MAELSTROM, non avrebbe mai cessato il suo vorticoso moto. Sarebbe rimasto a costante ricordo della terribile catastrofe... e dell'era utopica che ormai era persa per sempre. In qualche modo, contro ogni previsione, la regina Azshara ed i suoi Elfi Alti riuscirono a sopravvivere alla catastrofe. Torturati e storpiati dalle energie che avevano liberato, Azshara ed i suoi seguaci furono trascinati al di sotto delle acque furiose dall'implosione del Pozzo. Maledetti - trasformati - essi presero nuove sembianze trasformandosi negli odiosi e serpentini NAGA. La stessa Azshara, invasa dall'odio e dalla furia, divenne un'enorme mostruosità, che rifletteva l'immoralità e la malizia da sempre nascoste nel suo cuore. Laggiù, nelle profondità del Maelstrom, i naga costruirono per sè una nuova città, NAZJATAR, dalla quale avrebbero ricostruito il loro potere. Ci sarebbero voluti oltre diecimila anni prima che i naga rivelassero la propria esistenza al mondo in superficie.

8. IL MONTE HYJAL E IL DONO DI ILLIDAN

I pochi elfi della notte che sopravvissero all'orribile esplosione si organizzarono insieme su zattere improvvisate e lentamente si fecero strada verso l'unico continente in vista. In qualche modo, per la grazia di Elune, MALFURION, TYRANDE e CENARIUS sopravvissero alla Grande Frattura. Gli esausti eroi accettarono di guidare i loro compagni sopravvissuti e di stabilire una nuova dimora per la loro gente. Viaggiando in silenzio, osservavano i rottami del loro mondo e compresero che le loro passioni avevano portato la distruzione tutto intorno. Nonostante Sargeras e la sua Legione fossero stati scacciati dal mondo dalla distruzione del Pozzo, Malfurion e i suoi compagni ebbero modo di riflettere sul terribile costo della vittoria. Ci furono molti Elfi Alti sopravvissuti illesi al cataclisma. Essi si fecero strada verso le rive della nuova terra insieme agli altri elfi della notte. Sebbene Malfurion non avesse fiducia nelle motivazioni degli Elfi Alti, si accontentò del fatto che essi non potevano causare nessun danno senza le energie del Pozzo. Quando gli esausti elfi della notte approdarono sulle rive della nuova terra, scoprirono che la montagna sacra, HYJAL, era sopravvissuta alla catastrofe. Cercando di trovare una nuova casa, Malfurion e gli elfi della notte si arrampicarono sui pendii del monte Hyjal e raggiunsero la sua ventosa cima. Scendendo nella cavità alberata, annidata tra le enormi cime della montagna, essi trovarono un piccolo, tranquillo lago. Con orrore scoprirono che le acque del lago erano state contaminate dalla magia. ILLIDAN, sopravvissuto anch'egli alla Frattura, aveva raggiunto la cima del Monte Hyjal molto prima di Malfurion e degli elfi della notte. Nel suo folle tentativo di mantenere il flusso della magia nel mondo, Illidan aveva versato le sue ampolle, contenenti le preziose acque del Pozzo dell'Eternità, nel laghetto di montagna. Le potenti energie del Pozzo si risvegliarono velocemente e si amalgamarono in un nuovo Pozzo dell'Eternità. L'esultante Illidan, credendo che il nuovo Pozzo fosse un dono per le generazioni future, rimase scioccato quando Malfurion lo cacciò. Malfurion cercò di spiegare a suo fratello quanto la magia sia innatamente caotica e quanto il suo uso porti inevitabilmente a diffondere corruzione e conflitti. Ancora una volta, Illidan rifiutò di rinunciare ai suoi poteri magici. Sapendo molto bene dove avrebbero portato gli spietati progetti di Illidan, Malfurion decise di affrontare una volta per tutte il suo fratello reso pazzo dalla sete di potere. Con l'aiuto di Cenarius, Malfurion sigillò Illidan in un'enorme prigione sotterranea, dove sarebbe rimasto incatenato e privo di poteri fino alla fine dei tempi. Per assicurarsi della prigionia del fratello, Malfurion incaricò un giovane guardiano, MAIEV SHADOWSONG, di essere il carceriere personale di Illidan. Considerato che distruggere il nuovo Pozzo avrebbe condotto ad una ancora più grande catastrofe, gli elfi della notte decisero di lasciarlo. Tuttavia, Malfurion dichiarò che essi mai più avrebbero praticato di nuovo le arti magiche. Sotto l'occhio vigile di CENARIUS, essi cominciarono a studiare le antiche arti druidiche, che gli avrebbero permesso di risanare la terra devastata e ricostruire le amate foreste alle pendici del Monte Hyjal.

9. L'ALBERO DEL MONDO E IL SOGNO DI SMERALDO

Per molti anni gli aelfi della notte lavorarono instancabilmente per ricostruire quello che potevano della loro antica terra. Lasciando che i vecchi templi e le antiche strade venissero ricoperti dalla vegetazione, costruirono le nuove dimore tra i verdi alberi e le ombreggiate colline alle pendici del Monte Hyjal. Con il passare degli anni, anche i draghi sopravvissuti alla Frattura uscirono dalle loro dimore segrete. ALEXTRASZA il drago rosso, YSERA il drago verde e NOZDORMU il drago bronzeo scesero dalle loro tane per sorvegliare i frutti del lavoro degli elfi della notte. MALFURION, che divenne un arci-druido dall'immenso potere, accolse i potenti draghi e disse loro della creazione del nuovo Pozzo dell'Eternità. I grandi draghi furono allarmati nell'ascoltare le oscure notizie, immaginando che fino a quando ci fosse stato un Pozzo, la Legione sarebbe potuta tornare ad aggredire nuovamente il mondo. Malfurion ed i tre draghi fecere un patto per tenere il Pozzo al sicuro ed assicurarsi che la Legione Infuocata non avrebbe mai ritrovato la strada per questo mondo. ALEXTRASZA L'ORDITRICE DI VITA seminò una ghianda incantata nella terra del Pozzo dell'Eternità. La ghianda, attivata dalle potenti e magiche acque, germogliò all'istante in un gigantesco albero. Le possenti radici dell'albero crebbero dalle acque del pozzo mentre le sue verdi fronde sembravano graffiare il tetto del cielo. Il gigantesco albero sarebbe stato un eterno simbolo del legame degli elfi della notte con la natura, mentre le sue energie creatrici di vita avrebbero curato per sempre tutto il mondo. Gli elfi della notte chiamarono l'Albero del Mondo NORDRASSIL, che nella loro lingua significa "corona del Paradiso". NOZDORMU L'ETERNO fece un incantesimo sull'Albero del Mondo per far sì che finchè il colossale albero fosse esistito gli elfi della notte non sarebbero mai invecchiati nè avrebbero sofferto dolore o malattia. YSERA LA SOGNATRICE fece anch'essa un incantesimo sull'Albero del Mondo perchè fosse collegato al suo regno, la dimensione eterea chiamata SOGNO DI SMERALDO, un vasto ed immutevole mondo spirituale, esistente fuori dai confini del mondo fisico. Dal Sogno Ysera regola le maree ed il flusso della natura ed il percorso evolutivo del mondo stesso. Gli elfi druidi, compreso lo stesso Malfurion, furono legati al Sogno attraverso l'Albero del Mondo. Come parte del patto mistico, i druidi accettarono di dormire per secoli così che i loro spiriti potessero errare lungo gli interminabili sentieri del Sogno di Ysera. Nonostante i druidi furono addolorati dalla prospettiva di perdere così tanti anni in ibernazione, accettarono altruisticamente il patto con Ysera.

10. L'ESILIO DEGLI ALTI ELFI

Con il passare dei secoli, la nuova società degli elfi della notte crebbe forte e si espanse attraverso le nascenti foreste che essi chiamarono ASHENVALE. Molte delle creature e delle specie che erano presenti in grande quantità prima della Frattura, come i furbolgs e i quilboar, ricomparvero e prosperarono. Sotto la guida benevola dei druidi, gli elfi della notte poterono godere di un'era di pace e tranquillità senza precedenti. Tuttavia molti degli originari Elfi Alti sopravvissuti erano inquieti. Come Illidan prima di loro, caddero vittime dell'astinenza derivata dalla perdita dei tanto desiderati poteri magici. Furono tentati di attingere alle energie del Pozzo dell'Eternità e riprendere la pratica della magia. DATH'REMAR, lo sfacciato e diretto leader degli Elfi Alti, cominciò a prendere in giro pubblicamente i druidi, definendoli vigliacchi per aver rifiutato di esercitare la magia che diceva fosse loro di diritto. MALFURION e i druidi respinsero le argomentazioni di Dath'Remar ed avvertirono gli Elfi Alti che qualsiasi uso della magia sarebbe stato punito con la morte. In un insolente e fatale tentativo di convincere i druidi a cambiare idea, Dath'Remar ed i suoi seguaci scatenarono una terribile tempesta di magia sopra Ashenvale. I druidi non se la sentirono di condannare a morte così tanti fra i loro simili, così decisero di esiliare i temerari Elfi Alti dalle loro terre. Darth'Remar e i suoi seguaci, contenti alla fine di essersi liberati dai loro cugini conservatori, si imbarcarono in diverse navi appositamente costruite e partirono attraverso i mari. nonostante nesuno di essi sapesse cosa li aspettasse al di là delle acque tumultuose del Maelstrom, essi erano impazienti di trovare una nuova patria dove poter praticare la magia impunemente. Gli Elfi Alti, o QUEL'DOREI come nei tempi passati li aveva chiamati Azshara, sarebbero alla fine approdati sulle coste orientali chiamate LORDAERON. Essi progettavano di costruire il proprio regno magico, QUEL'THALAS, respingendo i precetti degli elfi della notte del culto della luna e dell'attività notturna. Da quel momento essi abbracciarono il sole e furono conosciuti solo come Elfi Alti.

11. LE SENTINELLE E LA LUNGA VEGLIA

Con la partenza dei loro cugini, gli elfi della notte riportarono l'attenzione alla custodia della propria patria incantata. I druidi, percependo che il tempo dell'ibernazione si stava avvicinando, si prepararono a dormire ed a lasciare le proprie famiglie ed i propri cari. TYRANDE, diventata la grande sacerdotessa di Elune, chiese al suo amato MALFURION di non lasciarla per andare nel Sogno di Smeraldo di Ysera. Ma Malfurion, che aveva giurato sul proprio onore di entrare nelle mutevoli vie del Sogno, disse addio alla sacerdotessa giurando che non sarebbero mai stati lontani troppo a lungo finchè avessero confidato nel loro amore. Rimasta sola a proteggere Kalimdor dai pericoli del nuovo mondo, Tyrande riunì una potente unità da combattimento tra le sue sorelle elfe della notte. Le coraggiose e ben addestrate guerriere che giurarono di difendere Kalimdor ad ogni costo vennero chiamate LE SENTINELLE. Anche se preferivano pattugliare le ombrose foreste di Ashenvale da sole, ebbere molti alleati su cui poter fare affidamento in caso di urgenza. Il semidio CENARIUS rimase nei paraggi delle Moonglades del Monte Hyjal. I suoi figli, conosciuti come i CUSTODI DEL BOSCO, rimasero a vegliare sugli elfi della notte ed aiutarono regolarmente le Sentinelle a mantenere la pace sulla terra. Anche le timide figlie di Cenarius, le DRIADI, vennero allo scoperto sempre più frequentemente. Il compito di controllare Ashenvale teneva parecchio occupata Tyrande, ma senza Malfurion al suo fianco ella ebbe poche fonti di gioia. Mentre i lunghi secoli trascorrevano con il sonno dei druidi, crescevano le sue paure di una seconda invasione demoniaca. Non riusciva a scrollarsi di dosso la terrificante sensazione che la Legione Infuocata potesse essere là fuori, nell'Aldilà Oscuro, progettando la sua vendetta sugli elfi della notte e sul mondo di Azeroth.


CAPITOLO 2: IL NUOVO MONDO

1. LA FONDAZIONE DI QUEL'THALAS

Gli Elfi Alti, guidati da DATH'REMAR, si lasciarono Kalimdor alle spalle e attraversarono le acque impetuose del Maelstrom. Le loro flotte vagarono fra i relitti del mondo per molti lunghi anni, permettendogli di scoprire durante il viaggio misteri e regni dimenticati. Dath'Remar, che aveva preso il nome di SUNSTRIDER (o "colui che cammina nel giorno"), cercò luoghi di considerevole potere sui quali costruire una nuova patria per la sua gente. La sua flotta alla fine approdò sulle spiagge del regno degli uomini che sarebbero poi state chiamate LORDAERON. Spingendosi all'interno, gli Elfi Alti fondarono un insediamento entro le tranquille TRISFAL GLADES. Dopo alcuni anni, molti di loro comnciarono ad impazzire. Fu teorizzato che qualcosa di demoniaco dormisse al di sotto di quella particolare zona del mondo, ma le voci non furono mai provate. Gli Elfi Alti disfarono l'accampamento e si spostarono a nord verso un'altra terra ricca di energie. Quando gli Elfi Alti ebbero attraversato l'accidentato e montagnoso territorio di Lordaeron, il viaggio divenne più pericoloso. Da quando avevano smesso di assorbire le energie rigeneratrici del Pozzo dell'Eternità, molti di loro si ammalarono per il clima rigido o morirono di fame. Il cambiamento più sconcertante, tuttavia, era che ormai non erano più immortali o immuni agli elementi. Si erano ridotti un po' in altezza e la loro pelle aveva perso la caratteristica tinta viola. nonostante gli stenti, incontrarono molte meravigliose creature che non avevano mai visto a Kalimdor. Incontrarono anche primitive tribù di umani che cacciavano nelle antiche foreste. Tuttavia, la più grave minaccia che incontrarono furono i voraci e furbi TROLL DELLE FORESTE di Zul'Aman. Questi troll dalla pelle muschiata potevano rigenerare arti mancanti e curare gravi ferite fisiche, ma si dimostrarono una razza barbarica e malvagia. L'impero degli Amani si allungava attraverso molta parte di Lordaeron e lottarono duramente per tenere lontani gli indesiserati stranieri dai propri confini. Gli elfi svilupparono una profonda avversione per i viziosi trolls e li uccidevano a vista appena ne incontravano uno. Dopo molti lunghi anni, gli Elfi Alti trovarono una terra che evocava Kalimdor. Nelle profondità delle foreste settentrionali del continente, fondarono il regno di QUEL'THALAS e giurarono di creare un potente impero che avrebbe fatto sembrare minuscolo quello dei cugini Kaldorei. Sfortunatamente appresero presto che Quel'Thalas era stata fondata su di un'antica città troll che i troll consideravano ancora sacra. Quasi immediatamente, i trolls cominciarono ad attaccare in massa gli insediamenti elfici. Gli ostinati elfi, non volendo rinunciare alla nuova terra, utilizzarono la magia che avevano estratto dal Pozzo dell'Eternità tenendo così sotto controllo i selvaggi troll. Sotto la guida di Dath'Remar, furono in grado di sconfiggere le bande di Amani che li sopravvanzavano in numero dieci a uno. Alcuni elfi, memori degli antichi avvertimenti dei Kaldorei, sentivano che l'uso della magia avrebbe potuto attirare l'attenzione della Legione Infuocata. Decisero quindi di mascherare le loro terre con una barriera protettiva che avrebbe permesso ancora una volta di studiare i loro incantesimi. Costruirono una serie di monolitiche Pietre Runiche in vari punti attorno a Quel'Thalas, che marcavano i confini della barriera magica. Le Pietre non solo mascheravano la magia degli elfi da minacce extra-dimensionali, ma li aiutarono anche a spaventare le superstiziose bande di troll. Con il passare del tempo, Quel'Thalas divenne un luccicante monumento agli sforzi degli Elfi Alti e alle capacità acquisite nella magia. I suoi bellissimi palazzi erano costruiti nello stesso stile architettonico delle antiche sale di Kalimdor, anche se adattati alla topografia naturale della zona. Quel'Thalas divenne il luccicante gioiello che gli elfi avevano voluto. Fu fondato il CONSIGLIO DI SILVERMOON come il potere regnante di Quel'Thalas, anche se la dinastia dei Sunstrider manteneva un po' di potere politico. Formato da sette fra i più grandi signori degli Elfi Alti, il Consiglio lavorava per assicurare la sicurezza per le terre degli elfi e la gente che vi abitava. Circondati dalla loro barriera protettiva, gli Elfi Alti rimasero indifferenti agli antichi avvertimenti dei Kaldorei, continuando ad usare la magia in quasi tutti gli aspetti della vita. per quasi quattrocento anni gli Elfi Alti vissero in pace nell'appartata sicurezza del loro regno. Tuttavia, i vendicativi troll non erano stati sconfitti così facilmente. Essi tramavano nelle profondità delle foreste ed aspettavano che il numero delle proprie bande crescesse. Alla fine, un potenete esercito di troll uscì dalle ombrose foreste e, ancora una volta, prese d'assedio le scintillanti guglie di Quel'Thalas.

2.ARATHOR E LA GUERRA CONTRO I TROLL

Come gli Alti Elfi combattevano per la vita contro il feroce attacco dei troll, gli sparsi e nomadi umani di Lordaeron combattevano per unificare le terre della propria tribù. Le primitive tribù umane irrompevano l'una negli accampamenti dell'altra tenendo poco conto dell'onore e del fatto che appartenevano alla stessa razza. Solo una tribù, conosciuta come gli ARATHI, vide che i troll stavano diventando una minaccia troppo grande perchè potesse essere ignorata. Gli Arathi speravano di riunire tutte le tribù sotto il proprio comando, in modo da poter organizzare un fronte comune contro le bande di troll. Nel corso di sei anni, i furbi Arathi sconfissero strategicamente le tribù rivali. Dopo ogni vittoria, gli Arathi offrivano pace ed uguaglianza ai popoli conquistati; così ottenevano la fedeltà di coloro che avevano sconfitto. Alla fine la tribù Arathi arrivò ad includere molte tribù diverse, facendo ampiamente crescere i ranghi del proprio esercito. Certi di poter contenere la minaccia delle bande di troll o anche dei solitari elfi se necessario, i signori della guerra Arathi decidero di costruire una potente città fortezza nelle regioni meridionali di Lordaeron. La città-stato, chiamata STROM, divenne la capitale della nazione degli Arathi, ARATHOR. Mentre Arathor prosperava, gli esseri umani di tutto il vasto continente viaggiarono verso la protezione e la sicurezza di Strom. Uniti sotto un'unica bandiera, le tribù umane svilupparono una cultura forte ed ottimistica. THORADIN, il re di Arathor, venne a sapere che i misteriosi elfi delle terre del nord erano sotto costante assedio dei trolls, ma rifiutò di rischiare la sicurezza della sua gente in difesa dei solitari stranieri. Trascorsero molti mesi prima che si spargessse la voce di una presunta sconfitta degli elfi. Fu solo quando degli esausti ambasciatori di Quel'Thalas raggiunsero Strom che Thoradin realizzò quanto grande fosse in realtà la minaccia dei troll. Gli elfi informarono Thoradin di quanto fosse immenso l'esercito dei troll e gli dissero che una volta che i troll avessero distrutto Quel'Thalas si sarebbero spostati ad attaccare le terre del sud. I disperati elfi, con un urgente bisogno di aiuto militare, accettarono immediatamente di insegnare ad alcuni umani selezionati come maneggiare la magia, in cambio di aiuto contro le bande armate. Thoradin, diffidente di qualsiasi arte magica, accettò di aiutare gli elfi all'occorrenza. Quasi immediatamente giunsero ad Arathor i maghi elfi e cominciarono ad istruire un gruppo di umani sulle vie della magia. Gli elfi scoprirono che anche se gli umani erano goffi nel maneggiare la magia, possedevano una sorprendente affinità naturale per essa. A cento uomini furono insegnati le basi elementari della magia: nulla di più di quanto fosse strettamente necessario per combattere i troll. Convinti che i loro studenti umani fossero pronti per aiutarli nella lotta, gli elfi lasciarono Strom e viaggiarono verso nord al fianco dei potenti eserciti di re Thoradin. LìGli eserciti di elfi e umani si scontrarono con le irrefrenabili bande armate di troll ai piedi delle ALTERAC MOUNTAINS. La battaglia durò parecchi giorni, ma le instancabili armate di Arathor non erano mai stanche e mai concessero un metro di terreno all'attacco dei troll. I capi degli elfi ritennero che fosse venuto il momento di rilasciare i poteri della magia sul nemico. I cento maghi umani e una moltitudine di stregoni elfi chiamarono a sè la furia dei cieli e mandarono in fiamme gli eserciti troll. I fuochi elementali impedirono ai troll di rigenerare gli arti mancanti e bruciarono le loro torturate forme dall'interno. Quando le armate dei troll irruppero in un tentativo di fuga, l'esercito di Thoradin li catturò e massacrò ogni singolo soldato. I troll non si ripresero mai completamente da questa sconfitta, e la storia non avrebbe mai più visto sorgere una nazione troll. Rassicurati che Quel'Thalas era salva dalla distruzione, gli elfi fecero un giuramento di lealtà e amicizia con la nazione di Arathor e con la discendenza del suo re, Thoradin. Uomini ed elfi avrebbero alimentato relazioni di pace per gli anni a venire.

3. I GUARDIANI DI TIRISFAL

Con l'assenza dei troll dalle terre del nord, gli elfi di Quel'Thalas concentrarono i loro sforzi nel ricostruire la loro gloriosa patria. Le vittoriose armate di Arathor ritornarono a casa dalle più meridionali zone di Strom. La società degli uomini di Arathor crebbe e prosperò, lo stesso Thoradin, spaventato dal fatto che il suo regno potesse disgregarsi se si fosse esteso troppo, lasciò che Strom fosse il centro dell'impero di Arathor. Dopo molti pacifici anni di crescita e commercio, il potente Thoradin morì di vecchiaia, lasciando la più giovane generazione di Arathor libera di espandere l'impero oltre le terre di Strom. I cento maghi originari, a cui furono insegnati i misteri della magia dagli elfi, aumentarono i loro poteri e studiarono con maggiore attenzione le discipline mistiche degli incantesimi. Questi maghi, scelti inizialmente per la loro determinazione ed il nobile spirito, avevano praticato la magia con attenzione e responsabilità; tuttavia tramandarono poteri e segreti ad una nuova generazione, senza esperienza dei rigori della guerra o della necessità di auto-limitarsi. Questi giovani maghi incominciarono ad esercitare la magia per guadagno personale senza nessun responsabilità verso i loro stessi fratelli. Mentre l'impero cresceva e si espandeva verso nuove terre, anche i giovani maghi si diffusero nelle terre meridionali. Esercitando i poteri mistici, i maghi proteggevano i propri fratelli dalle creature selvagge, rendendo possibile costruire nuove città-stato nelle zone selvagge. Ancora una volta, man mano che i loro poteri crescevano, i maghi divennero sempre più egocentrici e isolati dal resto della società. La seconda città-stato di Arathor fu DALARAN, fondata nelle terre a nord di Strom. Molti maghi nascenti si lasciarono i restrittivi confini di Strom alle spalle e si diressero a Dalaran, dove speravano di poter usare i loro nuovi poteri con maggiore libertà. Questi maghi usarono le loro abilità per costruire le incantate mura di Dalaran e dedicarsi alla ricerca nei loro studi. I cittadini di Dalaran tolleravano i tentativi dei maghi e costruirono la propria prosperità economica sotto la protezione dei difensori dai poteri magici. Ancora una volta, mentre sempre più maghi praticavano la loro arte, la realtà attorno a Dalaran cominciò ad indebolirsi ed a lacerarsi. Gli oscuri agenti della Legione Infuocata, che erano stati bannati con l'implosione del Pozzo dell'Eternità, furono richiamati nel mondo dagli sbadati incantesimi dei maghi di Dalaran. Anche se questi demoni relativamente deboli non comparivano in forze, essi crearono notevole confusione e caos nelle strade di Dalaran. Molti di questi incontri demoniaci erano eventi isolati, e i Magocrati che dettavano legge fecero il possibile per tenere nascosti al pubblico queste manifestazioni. I maghi più potenti furono mandati a catturare questi demoni sfuggenti, ma spesso si scoprirono sopraffatti senza speranza da questi agenti solitari della potente Legione. Dopo alcuni mesi i superstiziosi contadini cominciarono a sospettare che i loro governanti maghi stessero nascondendo qualcosa di terribile. Cominciarono a girare voci di rivoluzione nelle strade di Dalaran, quando i paranoici cittadini cominciarono a mettere in discussione le motivazioni e le abitudini dei maghi che una volta avevano ammirato. I Magocrati, spaventati da una possibile rivolta dei contadini e che Strom potesse intraprendere azioni contro di loro, si rivolsero all'unico gruppo che sentivano potesse capire il loro problema: gli elfi. Ascoltando le notizie dei Magocrati riguardo alle attività Demoniache a Dalaran, gli elfi inviarono rapidamente i loro stregoni più potenti nelle terre degli uomini. Gli stregoni studiarono le energie di Dalaran e fecero rapporti dettagliati di tutto ciò che poterono osservare. Essi conclusero che, nonostante ci fossero solo un numero limitato di demoni perduti nel mondo, la legione stessa sarebbe rimasta una gravissima minaccia fino a quando gli uomini avessero continuato a maneggiare le forze della magia. Il Consiglio di Silvermoon, che governava sugli elfi di Quel'Thalas, fecero un patto segreto con i Magocrati di Dalaran. Gli elfi raccontarono ai Magocrati la storia dell'antica Kalimdor e della Legione Infuocata, una storia che ancora minacciava il mondo. Essi informarono gli uomini che fino a quando avessero usato la magia, avrebbero dovuto proteggere i propri cittadini dai maligni agenti della Legione. I Magocrati proposero di conferire il massimo potere ad un singolo eroe mortale che avrebbe potuto utilizzare i poteri della collettività per contrastare una segreta guerra senza fine contro la Legione. Fu messo in chiaro che la maggioranza dell'umanità non avrebbe mai saputo niente dei GUARDIANI o della minaccia della Legione per paura di episodi di terrore e paranoia. Gli elfi accettarono la proposta e fondarono una società segreta che avrebbe vegliato sulla selezione dei Guardiani aiutandoli a fermare la rinascita del caos nel mondo. La società teneva i suoi incontri segreti nelle ombrose Trisfal Glades, dove i primi elfi avevano stabilitao dimora a Lordaeron. Perciò essi chiamarono la setta segreta i GUARDIANI DI TIRISFAL. Gli eroi mortali scelti per essere i guardiani furono dotati di incredibili poteri sia dalla magia umana che da quella elfica. Nonostante potesse esistere solo un guardiano per volta, essi avevano un così vasto potere da combattere da soli gli agenti della Legione dovunque essi fossero nel mondo. Il potere dei Guardiani era così grande che solo al Consiglio di Tirisfal era permesso scegliere potenziali successori. Quando un Guardiano diventava troppo vecchio o troppo stanco per combattere il caos, il Consiglio sceglieva un nuovo eroe e sotto condizioni controllate, incanalava il potere del Guardiano nel suo nuovo agente. Con il passare delle generazioni, i Guardiani difesero l'umanità dall'invisibile minaccia della Legione Infuocata in tutte le terre di Arathor e Quel'Thalas. Arathor crebbe e prosperò mentre l'uso della magia si diffondeva in tutto l'impero. Nel frattempo, i Guardiani tenevano d'occhio attentamente ogni segnale di attività demoniaca.

4. IRONFORGE - IL RISVEGLIO DEI NANI

In tempi molto remoti, dopo che i Titani lasciarono Azeroth, i loro figli, conosciuti come EARTHEN, continuarono a modellare e a salvaguardare i più profondi recessi del mondo. Gli earhen erano perlopiù indifferenti verso ciò che accadeva alle razze che abitavano la superficie e continuarono ad esplorare solamente le oscure profondità della terra. Quando il mondo fu scosso dall'implosione del Pozzo dell'Eternità, gli earthen ne furono profondamente colpiti. Tremando con il dolore della terra stessa, essi persero gran parte della loro identità e si sigillarono all'interno delle camere di pietra dove erano stati inizialmente creati. ULDAMAN, ULDUM, ULDUAR... questi erano i nomi delle antiche città dei Titani dove gli earthen erano stati plasmati e formati. Nascosti nelle profondità del mondo, gli earthen riposarono in pace per quasi 800 anni. Nonostante non sia chiaro cosa li abbia svegliati, gli earthen sigillati a Uldamann alla fine risorsero dal loro sonno auto-imposto. Questi earthen scoprirono di essere decisamente cambiati durante la loro ibernazione. La pelle rocciosa si era ammorbidita ed era diventata liscia, mentre erano in calo i poteri che avevano sulla pietra e sulla terra. Erano diventati creature mortali. Dandosi il nome di NANI, l'ultimo degli earthen lasciò le stanze di Uldaman e si avventurò nel mondo esterno. Ancora cullati dalla sicurezza e dalle meraviglie dei luoghi profondi, fondarono un vasto regno sotto la più alta montagna della zona. Chiamarono questa terra KHAZ MODAN, o "Montagna di Khaz", in onore del Titano che modella la terra, KHAZ'GOROTH. Per costruire un altare al loro padre Titano, i nani costruirono un potente forgia nel cuore della montagna. Per questo motivo la città che crebbe attorno alla forgia sarebbe stata chiamata IRONFORGE nei secoli a venire. I nani, affascinati per natura dal modellare pietre e gemme, cominciarono a scavare le montagne circostanti per trovare ricchezze e minerali preziosi. Contenti della propria opera sotto la terra, i nani rimasero isolati da ciò che accadeva ai loro vicini sulla superficie.

5. I SETTE REGNI

Strom continuava a rappresentare il perno centrale di Arathor, ma come Dalaran molte nuove città-stato sorsero in tutto il continente di Lordaeron. GILNEAS, ALTERAC e KUL TIRAS furono le prime città stato a sorgere e nonostante ognuna di esse avesse le proprie usanze e il proprio sistema commerciale, erano tutte sotto l'autorità unificata di Strom.

Sotto lo sguardo vigile dell'Ordine di Tirisfal, DALARAN divenne il principale centro culturale per i maghi. I Magocrati che governavano Dalaran fondarono la KIRIN TOR, una setta il cui compito era di catalogare ed esaminare ogni incantesimo, artefatto e oggetto magico conosciuto dall'uomo fino a quel momento.

Gilneas ed Alterac divennero i supporter più forti di Strom e svilupparono un potente esercito che esplorò le montagnose terre meridionali di Khaz Modan. Fu in questo periodo che gli uomini incontrarono per la prima volta l'antica razza dei nani, avendo così l'occasione di visitare la loro città sotterranea di Ironforge. Gli uomini e i nani condivisero molti segreti della forgiatura dei metalli e di ingegneria e scoprirono una passione comune per la lotta e le narrazioni. La città stato di Kul Tiras, fondata su di una grande isola a sud di Lordaeron, sviluppoò una fiorente economia basata sulla pesca e la navigazione. A lungo andare, Kul Tiras sviluppò una potente flotta di vascelli mercantili che navigava attraverso le terre conosciute in cerca di beni esotici da scambiare e vendere. Anche se l'economia di Arathor prosperava, i suoi elementi più forti cominciavano a disintegrarsi. Nel tempo, i signori di Strom cercarono di muovere i loro possedimenti verso le lussurreggianti terre settentrionali di Lordaeron lasciando le aride terre del sud. Gli eredi di re Thoradin, gli ultimi discendenti della dinastia Arathi, sostenevano che Strom non doveva essere abbandonata e per questo suscitavano lo scontento della maggior parte della cittadinanza, che era ugualmente impaziente di partire. I signori di Strom, cercando di trovare purezza e luminosità nell'indomato nord, decisero di lasciarsi alle spalle la loro antica città. Lontano a nord di Dalaran, i signori di Strom costruirono una nuova città-stato chiamata LORDAERON. L'intero continente avrebbe preso il suo nome da questa città-stato. Lordaeron divenne una Mecca per i viaggiatori religiosi e per tutti quelli che cercavano pace interiore e sicurezza. I discendenti di Arathi, rimasti tra le mura diroccate dell'antica Strom, decisero di viaggiare a sud oltre le montagne rocciose di Khaz Modan. Il loro viaggio terminò solo dopo molte lunghe stagioni, ed essi si stabilizzarono nella regione più a nord del continente che chiamarono Azeroth. In una fertile valle fondarono il regno di STORMWIND, che divenne presto una potenza autosufficiente. I pochi guerrieri rimasti a Strom decisero di rimanere a difendere le antiche mura della città. Strom non era più al centro dell'impero, ma si era sviluppata in una nuova nazione chiamata STROMGARDE. Sebbene ogni città-stato prosperava in autonomia, l'impero di Arathor si era definitivamente disintegrato. Man mano che ogni nazione sviluppava le sue usanze e le sue credenze, diventava sempre più segregata dalle altre. Alla fine, la visione di re Thoradin di un'umanità unificata era sfumata definitivamente.

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6. AEGWYNN E LA CACCIA AI DRAGHI

Mentre la politica e le rivalità fra le sette nazioni umane le scioglievano e ne provocacano il declino, i Guardianicontinuavano la loro costante veglia contro il caos. Ci furono molti Guardaini negli anni, ma solo uno alla volta possedeva i poteri magici di Tirisfal. Uno degli ultimi Guardiani si distinse come un potente guerriero contro le ombre. AEGWYNN, una fiera ragazza umana, vinse l'approvazione dell'Ordine ed ottenne il mantello di Guardiano. Aegwynn lavorò vigorosamente per inseguire e sradicare i demoni ovunque li trovasse, ma spesso metteva in dubbio l'autorità maschilista del Consiglio di Tirisfal. Ella credeva che gli antichi elfi e gli anziani uomini che presiedevano il consiglio fossero troppo rigidi nelle loro valutazioni e non abbastanza capaci di guardare lontano per poter mettere una decisiva fine al conflitto contro il caos. Insofferente alle lunghe discussioni e dibattiti, ella sognava di dimostrare di essere degna ai suoi pari ed ai suoi superiori, per questo spesso sceglieva il coraggio piuttosto che la saggezza nelle situazioni cruciali. Mentre la su padronanza del potere cosmico di Tirisfal cresceva, Aegwynn divenne consapevole che molti potenti demoni perseguitavano il gelido continente settentrionale di NORTHREND. Viaggiando verso il lontano nord, Aegwynn rintracciò i demoni nelle montagne. Là, ella scoprì che i demoni stavano cacciando uno degli ultimi stormi di draghi sopravvissuti e stavano succhiando alle antiche creature la loro innata magia. I potenti draghi, fuggiti dall'inarrestabile avanzata della società mortale, si trovarono attaccati anche dalle magie oscure della Legione. Aegwynn affrontò i demoni, e con l'aiuto dei nobili draghi li sradicò. Quando l'ultimo demone fu bannato dal mondo mortale, una grande tempesta eruppe in tutto il nord. Un enorme volto scuro apparve nel cielo sopra Northrend. SARGERAS, il re dei demoni e signore della Legione Infuocata, apparve ad Aegwynn e si erse di energia malvagia. Egli informò il giovane Guardiano che il tempo di Tirisfal era giunto alla fine e che il mondo si sarebbe presto inchinato sotto l'attacco della Legione. L'orgogliosa Aegwynn, credendo di potersi misurare con il minaccioso dio, scatenò i suoi poteri contro l'immagine di Sargeras. Con sconcertante facilità, Aegwynn colpì ripetutamente il sovrano dei demoni con i suoi poteri e riuscì ad uccidere il suo involucro fisico. Temendo che lo spirito di Sargeras continuasse ad esistere, Aegwynn sigillò i resti del suo corpo in una delle antiche sale di Kalimdor sprofondate nel profondo degli oceani quando era collassato il Pozzo dell'Eternità. Aegwynn non avrebbe mai saputo di aver fatto esattamente quello che Sargeras aveva pianificato. Inavvertitamente aveva segnato il destino del mondo mortale, poichè Sargeras, nel momento della morte del suo corpo, aveva trasferito il suo spirito nell'indebolito corpo di Aegwynn. All'insaputa del giovane Guardiano, Sargeras rimase nascosto nei più oscuri recessi della sua anima per molti lunghi anni.

7. LA GUERRA DEI 3 MARTELLI

I nani delle montagne di Ironforge vissero in pace per molti lunghi secoli. Tuttavia, la loro società era troppo grande per i confini delle loro città di montagna. Anche se il potente imperatore, MODIMUS ANVILMAR, governò su tutti i nani con giustizia e saggezza, tre potenti fazioni sorsero nella società dei nani. Il clan BRONZEBEARD, governato da THANE MADORAN BRONZEBEARD, era strettamente legato all'imperatore e fisso come tradizionale difensore di Ironforge. Il clan WILDHAMMER, guidato da THANE KHARDROS WILDHAMMER, abitava sulle colline e sui dirupi alle pendici della montagna e cercava di ottenere maggiore controllo all'interno della città. La terza fazione, il clan dei DARK IRON, era governato dallo stregone THAURISSAN. I Dark Irons si nascondevano nell'ombra più profonda sotto la montagna e complottavano sia contro i cugini Bronzebeard che contro i Wildhammer.

Per un po' di tempo le tre fazioni mantennero una fragile pace, ma le tensioni scoppiarono quando l'imperatore Anvilmar morì di vecchiaia. I tre clan entrarono in guerra per il controllo della stessa Ironforge. La guerra civile dei nani infuriò sotto la terra per molti anni. Alla fine i Bronzebeards, che avevano messo in piedi l'esercito più grande, misero al bndo i Dark Irons e i Wildhammer.

Khardros e i suoi guerrieri WILDHAMMER viaggiarono a nord attraverso i cancelli di DUN ALGATZ e fondarono il loro regno nella lontana cima di GRIM BATOL. Laggiù i Wildhammers prosperarono e ricostruirono il proprio tesoro. Thaurissan ed i suoi DARK IRONS non la presero bene. Umiliati ed infuriati dalla loro sconfitta, giurarono vendetta ad Ironforge. Guidando la sua gente lontano a sud, Thaurissan fondò una città (che successivamente chiamò con il suo nome) nelle bellissime REDRIDGE MOUNTAINS. La prosperità ed il trascorrere degli anni non ebbero molto effetto per il rancore dei Dark Irons verso i loro cugini. Thaurissan e sua moglie, la maga MODGUD, lanciarono un assalto a due rami sia verso Ironforge che verso Grim Batol. I Dark Iron volevano rivendicare tutta Khaz Modan per sè. L'esercito dei Dark Iron si frantumò contro le roccaforti dei cugini e fu molto vcino a conquistare entrambi i regni. Tuttavia, Madoran Bronzebeard alla fine condusse il suo clan verso una decisiva vittoria sull'esercito di maghi di Thaurissan. Thaurissan ed i suoi fedeli fuggirono verso la sicurezza della propria città, ignari degli eventi che accadevano a Grim batol, dove l'esercito di Modgud non se la cavava meglio contro Khardros ed i suoi guerrieri Wildhammer. Quando affrontò i nemici guerrieri, Modgud usò i suoi poteri per incutere la paura nei loro cuori. Le ombre si mossero al suo comando, e cose nere strisciarono fuori dalle profondità della terra per inseguire i Wildhammers fin dentro le loro case. Alla fine Modgud sfondò i cancelli e mise sotto assedio la stessa fortezza. I Wildhammers fuggirono disperatamente, lo stesso Khardros si faceva largo fra le torbide masse per uccidere la regina maga. Persa la propria regina, i Dark Irons fuggirono davanti alla furia dei Wildhammers. Corsero verso sud verso il feudo del loro re, solo per incontrare l'esercito di Ironforge, venuto ad aiutare Grim Batol. Schiacciate fra due eserciti, le restanti forze dei Dark Iron furono interamente distrutte. Gli eserciti combinati di Ironforge e Grim Batol si diressero allora a sud, con l'intento di distruggere Thaurissian ed i suoi Dark Irons una volta per tutte. Non erano ancora andati lontano quando la furia di Thaurissan ebbe come conseguenza un incantesimo di proporzioni cataclismiche. Cercando di summonare un minion sovrannaturale che gli assicurasse la vittoria, Thaurissan richiamò le antiche forze dormienti al di sotto della terra. Con suo grande turbamento, e in sostanza come sua rovina, la creatura che emerse era molto più terribile di ogni incubo che potesse immaginare. RAGNAROS IL SIGNORE DEL FUOCO, signore immortale di tutti gli elementali di fuoco, era stato bandito dai Titani quando il mondo era ancora giovane. Ora, liberato dal richiamo di Thaurissan, Ragnaros ridiventò un'entità una volta ancora. L'apocalittica rinascita di Ragnaros ad Azeroth mandò in frantumi le Redridge Mountains e creò un vulcano infuriato al centro della devastazione. Il vulcano, conosciuto come BLACKROCK SPIRE, era circondato a nord dal SEARING GORGE e a sud dalle BURNING STEPPES. Nonostante Thaurissan fosse stato ucciso dalle forze che egli stesso aveva liberato, i suoi fratelli sopravvissuti furono resi schiavi da Ragnaros e dai suoi elementali. Ancora oggi essi sono imprigionati dentro il vulcano. Dopo essere stati testimoni della terribile devastazione e degli incendi che divampavano nelle pontagne meridionali. re Madoran e re Khardros fermarono i propri eserciti e in tutta fretta ritornarono verso i propri regni, poco propensi ad affrontare la terrificante ira di Ragnaros. I Bronzebeard ritornarono ad Ironforge per ricostruire la loro gloriosa città. Anche i Wildhammers tornarono alla loro casa a Grim Batol. Tuttavia, la morte di Modgud aveva lasciato un'ombra malvagia sulla fortezza delle montagne, tanto che i Wildhammers la trovarono inabitabile. Erano tristi nei loro cuori per la perdita dell'amata patria. Re Bronzebeard offrì ai Wildhammer un luogo dove vivere entro i confini di Ironforge, ma i Wildhammer rifiutarono categoricamente. Khardros portò la propria gente a nord attraverso le terre di Lordaeron. Stabilendosi nelle lussurreggianti foreste dell'entroterra, i Wildhammer costruirono la città di AERIE PEAK, dove poterono crescere a stretto contatto con la natura e legati ai potenti grifoni dell'area. Cercando di mantenere realazioni e scambi commerciali con i lorocugini, i nani di Ironforge costruirono due enormi arcate, il THANDOL SPAN, per superare il dirupo tra Khaz Modan e Lordaeron. Rinforzati dal reciproco scambio, i due regni prosperarono. Dopo la morte di Madoran e Kharados, i loro figli commissionarono congiuntamente due grandi statue in onore dei loro padri. Le due statue sarebbero state a guardia sopra il passaggio verso le terre del sud, diventate vulcaniche come conseguenza alla bruciante presenza di Ragnaros. Entrambe fecero da monito a tutti quelli che volessero attaccare il regno dei nani, e da promemoria di quale era stato il prezzo pagato dai Dark iron per i loro crimini. I due regni mantennero stretti legami per alcuni anni, ma i Wildhammers erano troppo cambiati dall'orrore di cui erano stati testimoni a Grim Batol. Essi decisero di vivere sui pendii di Aerie Peak invece di espandersi in un vasto regno fra le montagne. Le differenze ideologiche fra i due clan di nani sopravvissuti alla fine portarono a separare le loro strade.

8. L'ULTIMO GUARDIANO

Il Guardiano AEGWYNN aumentò il suo potere con il passare degli anni e usò le energie di Tirisfal per allungare di molto la sua vita. Credendo scioccamente di aver sconfitto Sargeras una volta per tutte, ella continuò a salvaguardare il mondo dai minion dei demoni per quasi novecento anni. Tuttavia, il Consiglio di Tirisfal alla fine decretò che la sua amministrazione era giunta alla fine. Le ordinò quindi di ritornare a Dalaran, così avrebbero potuto scegliere un nuovo successore a cui affidare il potere del Guardiano. Aegwynn però, diffidente verso il Consiglio, decise di scegliere essa stessa un successore.

L'orgogliosa Aegwynn progettava di dare alla luce un bambino a cui cedere il proprio potere. Non aveva intenzione di permettere all'Ordine di Tirisfal di manipolare il suo successore come avevano cercato di manipolare lei. Viaggiando verso le regioni meridionali di Azeroth, Aegwynn trovò l'uomo perfetto per fare da padre al suo bambino: un esperto mago umano chiamato NIELAS ARAN. Aran era il mago e il consigliere di corte del re di Azeroth. Aegwynn lo sedusse e concepì con lui un bambino. La naturale affinità di Nielas per il mondo magico si trasmise profondamente nel bambino non ancora nato e marcò i tragici passi che avrebbe successivamente intrapreso. Anche il potere di Tirisfal fu trasmesso al bimbo, anche se non si sarebbe risvegliato fino al raggiungimento della maturità. Il tempo passò ed Aegwynn diede alla nascita suo figlio in un luogo nascosto. Ella chiamò il bimbo MEDIVH, che significa "custode di segreti" nell'alta lingua elfica, credendo che il bambino sarebbe stato maturo per essere il prossimo Guardiano. Sfortunatamente lo spirito maligno di Sargeras, che era stato nascosto dentro di lei, si era impossessato del bambino indifeso quando era ancora nel suo grembo. Aegwynn non aveva idea che il prossimo Guardiano del mondo era posseduto dal suo più grande nemico. Sicura che il bambino fosse sano e robusto, Aegwynn mandò il giovane Medivh alla corte di Azeroth e lasciò che fosse cresciuto dal suo padre mortale e dalla sua gente. Ella vagò nel deserto preparandosi per qualsiasi vita ultraterrena la stesse aspettando. Medivh crebbe diventando un ragazzo forte, senza alcuna idea del potenziale potere di Tirisfal che gli era stato trasmesso alla nascita. Sargeras aspettò che arrivasse il suo momento fino a quando si manifestò il potere del giovane. Per quel tempo Medivh aveva raggiunto l'età dell'adolescenza ed era diventato molto popolare ad Azeroth per le sue capacità magiche e spesso si lasciava coinvolgere in avventure dai suoi due amici: LLANE, principe di Azeroth, e ANDUIN LOTHAR, uno degli ultimi discendenti della linea di sangue degli Arathi.I tre ragazzi causavano costantemente danni in giro per il regno, ma erano benvoluti dai cittadini. Quando Medivh raggiunse l'età di 14 anni, il potere cosmico dentro di lui si risvegliò e si scontrarono con il dilagante spirito di Sargeras nascosto nella sua anima. Medivh caddè in uno stato catatonico che durò per molti anni. Quando si risvegliò dal coma, scoprì di essere diventato adulto ed i suoi amici Llane e Anduin erano diventati i reggentidi Azeroth. Anche se desiderava usare il potere appena scoperto per proteggere la terra che chiamava casa, l'oscuro spirito di Sargeras manipolò i suoi pensieri e le sue emozioni verso un'insidioso fine. Sargeras esultava nel cuore nero di Medivh, poichè sapeva che i suoi piani per la seconda invasione del mondo erano vicini al compimento, e che l'ultimo Guardiano del mondo li avrebbe realizzati per lui.

PS: poi andrò avanti!

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